Abbiamo intervistato la Dr.ssa Annabell Sarpato, psicologa, sull’impatto che ha e può avere nei bambini la situazione in cui ci troviamo a causa del virus, le abbiamo chiesto qualche consiglio e quali informazioni dare, su come “alleggerirli” delle loro paure, quali saranno gli effetti psicologici su di loto. Qui le risposte:

BAMBINI E CORONAVIRUS –  Di Annabell Sarpato

Il Coronavirus fa paura. Questa seconda ondata sta mettendo tutti alla prova. Se a febbraio l’arrivo di questo nuovo virus ci ha colto impreparati, oggi (con i suoi pro e i suoi contro) sappiamo quello che stiamo rischiando di riaffrontare. Questo è positivo, perché  permette di attivarci in maniera preventiva. Allo stesso tempo, però, è anche un limite, in quanto rischia di attivare in maniera esasperata sentimenti di ansia e panico.

Questo vale per gli adulti, ma anche per i bambini. Anche i piccoli, infatti, hanno modo di sentire le notizie e respirare il panico generale intorno a loro. Come fare, dunque, per affrontare con i bambini questo complesso periodo storico?

L’IMPORTANZA DI DARE INFORMAZIONI CORRETTE

Per spiegare il Coronavirus ai bambini in maniera adeguata è importante, prima di tutto, informarsi correttamente. In questi giorni, in tutti i telegiornali e nei principali programmi di informazione, non si parla di altro. Non tutte le informazioni, però, sono corrette e verificate. Per spiegare il Coronavirus ai bambini, dunque, è fondamentale ricercare informazioni realistiche attraverso canali adeguati. Ovviamente, ciò deve essere fatto in base all’età e al livello di sviluppo dei piccoli. Deve essere fatto in maniera semplice e chiara, evitando dettagli o informazioni superflue che rischiano di spaventarli. E’ importante, però, parlarne. Come detto sopra, infatti, siamo bombardati da informazioni ed è abbastanza improbabile proteggerli da questo tipo di notizie. Per questo, spiegare il Coronavirus ai bambini e rispondere alle loro domande diventa fondamentale.

L’IMPORTANZA DI NON NEGARE LA PAURA

La paura aleggia in ogni luogo. Dentro e fuori casa è impossibile dimenticarsi di quello che stiamo vivendo. Il clima di tensione intorno a noi è enorme. La paura, però, non deve spaventare. E’ un’emozione di base, funzionale per la sopravvivenza. La paura è necessaria per proteggerci dai pericoli. E’ grazie alla paura, infatti, se l’essere umano è sopravvissuto fino ai nostri giorni.

Quello che può succedere, però, è che la nostra valutazione del rischio non sia del tutto corretta. La paura che esperiamo, quindi, non è proporzionale alla reale pericolosità dell’evento. Il sistema di allarme si può attivare in maniera esasperata. E ciò avviene soprattutto quando entrano in gioco dei fattori che possono alterare la nostra capacità di valutare il rischio.

Con il Coronavirus siamo di fronte a qualcosa di nuovo, che stiamo imparando a conoscere e con cui stiamo imparando a convivere. Non si comprende ancora tutto pienamente. Risulta, dunque, qualcosa di non controllabile e quindi, per il nostro cervello, estremamente pericoloso.

BAMBINI E CORONAVIRUS: QUALCHE CONSIGLIO PRATICO

  • EVITARE IL BOMBARDAMENTO DI INFORMAZIONI

Come detto in precedenza, anche i bambini sono sottoposti al bombardamento di informazioni. Diventa inutile, oltre che controproducente, non spiegare loro cosa sta accadendo. Questo, però, non significa lasciare i bimbi in balia delle continue informazioni. E’ importante monitorare la visione di notizie e filtrarle. Occorre evitare il bombardamento di news e aggiornamentI. E’ opportuno informarsi su siti adeguati, come, ad esempio, quello del Ministero della Salute. Molte informazioni, infatti, se non adeguate all’età dei bambini, rischiano di essere fraintese.

  • DARE SPAZIO ALLE LORO DOMANDE

E’ importante spiegare ai bambini il Coronavirus. Dare informazioni chiare e semplici di cosa sta succedendo consente ai bambini di avere risposte, evitando che si diano spiegazioni in maniera autonoma e, dunque, spesso, erronea. I bambini possono fare collegamenti scorretti o farsi idee sbagliate che rischiano di amplificare le loro preoccupazioni. Rispondere in maniera semplice e chiara alle loro domande, dunque, diventa centrale.

  • ACCOGLIERE LE LORO PAURE

La paura è un’emozione fisiologica. Nè buona, né cattiva. E’ un’emozione, punto. E, in quanto tale, non possiamo controllarla. Ciò significa che è del tutto inutile, oltre che controproducente, dire a un bambino che mostra preoccupazione, di non avere avere paura. Può rivelarsi molto più utile, invece, parlarne e condividere i propri timori. Ascoltare e accogliere le paure dei bambini, parlarne insieme e legittimare l’emozione è molto importante.

  • L’IMPORTANZA DELL’ESEMPIO

Non possiamo pretendere che i bimbi siano tranquilli di fronte all’ascolto di informazione se noi adulti siamo i primi ad allarmarci. Come sempre, mostrarsi come un modello funzionale di gestione delle emozioni è molto importante. Non è sempre semplice, però è un ottimo insegnamento che possiamo trasmettere ai bambini.

  • L’IMPORTANZA DEL SENSO DI RESPONSABILITA’

Il Coronavirus è un fenomeno serio. E’ fondamentale mostrarsi responsabili e seguire le indicazioni che ci vengono date rispetto ai comportamenti da adottare e le norme da seguire. E’ una scelta etica, di responsabilità sociale e di comunità molto importante. Aiutare i bambini a comprendere questo, attraverso l’esempio, diventa centrale.

ATTENZIONE AGLI EFFETTI PSICOLOGICI CAUSATI DAL CORONAVIRUS

Ancora oggi non si evidenzia abbastanza come i bimbi siano stati davvero bravi ad affrontare un periodo difficile come quello appena passato. Abbiamo chiesto a bambini e ragazzi di rimanere chiusi in casa per tante settimane. Li abbiamo privati dell’esperienza di andare a scuola, delle loro relazioni sociali, dei loro spazi di autonomia. Abbiamo chiesto loro uno sforzo enorme, immenso. E ora è tutto passato? No, in realtà non è cosi. L’esperienza fatta non può essere cancellata e le emozioni esperite in quel periodo possono essere riattivate. Non sempre i bambini sono stati accolti nelle loro paure e nelle loro fatiche. A volte non le hanno espresse e per gli adulti intorno a loro era molto difficile leggere tra le righe cosa stessero provando. Altre volte le hanno espresse, ma il contesto intorno non era pronto per accoglierle. Può succedere.

Inoltre, non possiamo dimenticarci di prendere in considerazione quelle situazioni complesse in cui i bimbi, a volte, si trovano a vivere in famiglia (se questa è in difficoltà ad esempio)  ma anche per coloro che sono ospiti di comunità o casa famiglia. Per loro, l’esperienza del Coronavirus ha portato con sé molte sfaccettature che non possono essere trascurate, soprattutto oggi che la situazione sembra aggravarsi nuovamente. Prestare attenzione alle loro emozioni e ai loro vissuti diventa fondamentale, e gli adulti e i servizi di riferimento hanno il dovere di attivarsi in questo senso.