Adozioni difficili
Adozioni Complesse
SOTTOTITOLO
Quando si afferma che ogni minore ha diritto di vivere nella propria famiglia d’origine, e in assenza di questa in una sostitutiva, affidataria o adottiva, si vuole intendere che ogni minore ha questo diritto al di là del suo aspetto fisico, della sua salute, del suo equilibrio psichico, del suo livello intellettivo. Ogni minore ha diritto a essere amato e curato per poter crescere, e questo vale anche per i bambini portatori di handicap o affetti da malattie debilitanti e croniche o per i minori grandicelli che arrivano da esperienze di maltrattamenti o abusi.
In Italia i bambini portatori di handicap, malati, pre-adolescenti o adolescenti problematici che vivono ricoverati negli istituti o nelle comunità alloggio sono alcune migliaia.
Molti di loro sono soli al mondo. I genitori li hanno lasciati in ospedale alla nascita o li hanno ricoverati in istituto dopo qualche anno, sopraffatti forse dalle difficoltà materiali e psicologiche causate dal loro handicap o dalla loro malattia.
Altri sono stati sottratti alle sopraffazioni e violenze dei loro famigliari dalle autorità competenti.
Questi minori trascorrono la loro infanzia e adolescenza in un istituto senza alcun legame vero.
Spesso vedono i loro compagni andar via uno dopo l’altro perché adottati o affidati o perché rientrano a casa loro, mentre loro rimangono lì: all’handicap, alla malattia e al disagio si aggiunge il dolore di essere stati abbandonati e di essere rifiutati da tutti.
«Ero proprio rimasto l’ultimo…» ha detto un bambino con un handicap fisico ai propri genitori adottivi, quando l’hanno preso con loro.